Rassegna stampa

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"1503"
view post Posted on 26/4/2011, 13:50 by: "1503"     +1   -1




Pesaro, 26 aprile 2011 - A metà maggio, quando si chiuderà la regular-season, la Vuelle saprà se potrà accomodarsi sotto l’ombrellone o dovrà sfoderare un extra, proseguendo il suo percorso. La vittoria con Brindisi è stata limpida, anche se l’inizio aveva lasciato interdetti. E non è stato per un peccato di presunzione, come si temeva alla vigilia, che l’impatto è stato moscio. Sin troppo facile, da fuori, suggerire a Dalmonte chi sono i suoi uomini più affidabili.



Lo sa benissimo anche lui che Hackett e Lydeka, in questo momento, sono più produttivi di Almond e Cusin. Ma se la Vuelle ha scelto questo assetto per provare ad andare fino in fondo, un motivo c’è: lo ha spiegato senza tanti giri di parole lo stesso coach dopo il successo su Brindisi che ha consegnato alla Scavolini Siviglia il diritto a concedersi una chance di playoff: "Abbiamo già attuato una modifica tre settimane fa, Melli al posto di Alexandrov, che non ha alterato i nostri equilibri. L’impatto sulla partita è importante, ma sapere che dietro hai delle certezze lo è anche di più — dice Dalmonte —. Importante è chi comincia, ma forse di più chi finisce una partita. Perciò questa scelta rimarrà tale sino al termine della stagione".



Lecito, però, chiedersi come mai nel vortice degli insicuri sia finito anche Marco Cusin, che tanto aveva colpito la fantasia con la sua rapidità rapportata alla stazza: "Cuso deve solo prestare più attenzione all’approccio col match, per non trovarsi a pagare la tassa che timbra le sue partire, due falli in un amen. Così come abbiamo aiutato gli altri in difficoltà, lo faremo con lui, ma non lo vedo così in crisi", puntualizza il coach.




Intanto si è visto il miglior Lydeka della stagione: tonico, roccioso, convinto. Nelle ultime due partite i punti della svolta sono arrivati dalle sue mani determinando il break: "Non so dire cos’è cambiato di preciso e perché la palla arrivi più di frequente nelle mie mani — dice il pivot —. Forse me la merito di più perché sono migliorato nel prendere posizione, oppure semplicemente le guardie la fanno circolare più rapidamente”. E in difesa quando entra si sente: "Alzare il livello fisico del gioco è il mio mestiere, portando la giocata dura al limite del fallo: poi c’è chi protesta e gira alla larga, o chi l’accetta e viene a giocare dentro l’area. Dopo un po’ quelli di Brindisi hanno preferito girare alla larga".



Ora però gli avversari che mancano all’appello per chiudere la stagione sono a un livello più alto: "Sia Cantù che Avellino sono ottime squadre, ma forse la più dura sotto il profilo fisico sarà con Milano, avversaria molto grossa. Per battere queste avversarie, che ci sono superiori, bisognerà giocare al massimo delle nostre potenzialità: ogni palla persa, ogni tiro sbagliato, ogni scelta dubbiosa la pagheremo. Per questo ci vorrà la miglior Scavolini Siviglia della stagione".

Elisabetta Ferri

 
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