30 consorziati - Finalisti di Coppa Italia = SALVATORI, (ma Repesa era troppo ambizioso per noi)

La frecciata lanciata ieri da Valerio Bianchini ad Ario Costa su un mancato incontro con il presidente di Chieti nei giorni delle Final Eight a Pesaro (qui) per discutere di un ingresso in società spinge Il Resto del Carlino a chiedere una replica all'interessato.

"Smentisco, la storia non è andata così" sono le parole di Costa. "Raccontata in questo modo, dà adito ad illazioni: non vogliamo s'insinui che non siamo aperti al dialogo con chi può darci una mano. Quando Valerio, che è stato solo un intermediario, mi ha detto che c'era un personaggio interessato a far parte del club abbiamo subito accettato di conoscerlo ma nel giorno scelto io avevo il Consiglio federale e Amadori era fuori per lavoro.

Abbiamo chiesto di spostarlo, anche al giorno dopo, dando tutta la nostra disponibilità, ma non se n'è fatto più niente, anzi ci ha risposto che il suo obiettivo prioritario era Chieti. Forse allora non era così interessato alla Vuelle, se non ha più trovato tempo per vederci." Chieti poi ha acquistato il titolo di A2 da Montegranaro.

Sindaco Ricci, quali impressioni dall’assemblea del Consorzio?

"Molto positiva, son rimasto anche sorpreso dalla presenza quasi totale di tutti i consorziati e dell’attaccamento che, nonostante il periodo che abbiamo attraversato, è rimasto nei confronti della società.
Questo è un grande punto di forza, anche Proli lo riconosceva: non ci sono altre città dove c’è un gruppo di imprenditori a sostegno del club. Il basket a Pesaro è più di uno sport, è identità, è passione e dev’essere questa la base della ripartenza".

In politica quando la discussione è ampia significa che non si sta trovando un punto d’accordo: che l’assemblea sia durata sei ore vuol dire che la serie A è ancora possibile?

"Io penso di sì, perché è stata una discussione fra cuore e cervello: fra le aspettative del tifoso e la razionalità di chi deve tenere in piedi una società. C’è un grande elemento di incertezza, ovvero il prossimo campionato: non sono un esperto, quindi ho ascoltato, ma credo che quest’anno complessivamente lo sport avrà un ridimensionamento e questo varrà anche per la serie A di basket. Potrebbe dunque esserci l’indebolimento di molte squadre che può consentire alla Vuelle di sviluppare un progetto low-cost, come negli ultimi anni, puntando però maggiormente su un gruppo di italiani, che sarebbe la base per l’A2, magari però già sviluppandolo in serie A".

Su questo verte il dilemma dunque?

"Esatto. Tutti capiscono che la cosa importante è un progetto di media-lunga scadenza e le idee proposte da Proli sono molto interessanti. Il punto è che in un anno normale quel progetto aveva più forza dall’A2, ma questo non è un anno normale e quindi potrebbe avere forza anche in serie A.
Questo è il dubbio che molti consorziati hanno: quello di mangiarsi le mani dopo aver rinunciato. Per questo è stato bello che alla fine si siano presi la responsabilità tramite una votazione".

Al Comune la Vuelle cosa chiede?

"Una vicinanza alle sorti del club: la mia presenza e quella di Arceci era lì a testimoniarlo. Il nostro palasport in questa stagione può essere un elemento di forza perché se verranno applicate le stesse regole dei teatri, si potrà riaprire con capienza ridotta: e avere uno dei palazzi più grandi d’Italia significa che anche con il distanziamento sociale noi potremo ospitare 3-4.000 persone. Questo è un vantaggio competitivo rispetto ad altri palazzetti per gli incassi, fra biglietteria ed abbonati".

La famiglia Beretta deve rispondere in queste ore: cosa si aspetta?

"Mi pare che su Pesaro abbiano avuto una bella pubblicità, in città il prodotto è stato messo in forte evidenza. Non so se in termini di consumi abbia poi inciso, difficile dirlo, il Corona virus ha cambiato tutto, è stato un anno balordo. Se però il loro obiettivo era quello di rafforzare l’immagine della Carpegna Prosciutto nella costa del medio Adriatico, un investimento di un solo anno rischia di essere monco. Magari il mio è un ragionamento interessato, ma ha una logica dal punto di vista commerciale: per avere un effetto serve un investimento pluriennale".

Elisabetta Ferri