| “ Consorzio, sponsor, mini-rivoluzioni e la prospettiva dell’A2: quale futuro per la Victoria Libertas?
PESARO – Dopo la parentesi della Coppa Italia, dove Pesaro, nella sua veste di città organizzatrice, ha fatto la sua bella figura, si dovrebbe tornare a parlare della Vuelle, e delle 12 partite ancora da giocare per finire il campionato, ma lo faremo dalla prossima settimana, oggi vorremmo parlare del futuro della Victoria Libertas, anche se avremmo preferito che a farlo, fossero i dirigenti attuali, quelli presenti alla Vitrifrigo Arena, in prima fila, durante le Final Eight, insieme ad Andrea Beretta, in veste di sponsor della manifestazione.
Ma, come sempre, tutto tace in via Bertozzini, e se vi sembra che sia ancora prematuro parlarne, non siete forse a conoscenza delle complessità dietro ad una costruzione di una squadra, ma stavolta le cose saranno ancora più complicate, perché oltre ai giocatori, che in fin dei conti, si possono prendere anche in estate, ci sarà da rifondare una società, ci saranno da riempire tante caselle, e soprattutto si dovrebbero trovare le risorse per affrontare degnamente il campionato di serie A2,
Sì, perché la serie A2 è già un bel traguardo da raggiungere, dato che nessuno finora si è fatto avanti per garantirla, e non è che viene via gratis, per dirla con le parole di coach Sacco, una serie A2 fatta con l’obiettivo di risalire il prima possibile, richiede un budget simile a quello del 2019, non lontano dai 3 milioni di euro del 2018, diciamo che scendere sotto i due milioni sarebbe già molto complicato, ma chi li garantirà questi soldi?
Bella domanda, in teoria, ci sarebbe sempre il Consorzio Pesaro Basket, che detiene il 100% della Vuelle, ma nessuno ha già firmato per il 2020-21, ed è logico pensare che, con la retrocessione, alcune aziende non riterranno più conveniente investire 25000 euro, il costo di una singola quota, di qualcuna se ne potrà anche fare a meno, a patto che non siano più di 4 o 5, ma le rimanenti dovrebbero garantire fin da ora il loro impegno, e comunicarlo al presidente del Consorzio, che non dovrà più essere Luciano Amadori, non per una ripicca personale, ma perché un minimo di meritocrazia, ci dovrà pur essere, e confermare sul “trono”, un condottiero che ha portato la Vuelle al punto più basso della sua storia in serie A, non sarebbe rispettoso nei confronti dei tifosi, anche se ci auguriamo che il sig. Amadori rimanga nel Consorzio, insieme a tutte quelle aziende, che ha contribuito a portare dentro il progetto in questi anni.
Ma forse il Consorzio, così com’è strutturato, è troppo dispersivo, tante aziende sono state coinvolte senza esserne davvero partecipi, ed allora, si profilerebbe all’orizzonte, una mini rivoluzione, con 4-5 aziende già presenti al suo interno, che aumenterebbero le loro quote e si assumerebbero l’onere di garantire una serie A2 di buon livello, per poi riparlarne in caso di risalita, ma tornare su, non sarà affatto semplice come si crede.
Dopo la proprietà, si dovrebbe parlare anche dello sponsor, ricordando che la Ditta Beretta si è impegnata con la Vuelle solo fino a giugno, senza nessuna opzione per l’anno successivo, ma prima di lasciarsi sfuggire un’azienda sana e con un buon fatturato, sarebbe il caso di parlarci, di prospettargli un futuro più roseo, rispetto ad un presente deficitario, almeno dal punto di vista sportivo, ma ad un’azienda interessano soprattutto gli aspetti economici del loro investimento, e qui le cose per la Carpegna Prosciutto sono andate meglio, come dimostra la sponsorizzazione per la Coppa Italia, e un mercato nuovo come quello della A2, con 27 nuove città dove veicolare il tuo marchio, potrebbe essere una prospettiva interessante, per un’azienda che comunque ha tenuto a precisare, che non ha nessuna intenzione di entrare nella dirigenza, ma che vuole “sfruttare” lo sport solo come veicolo pubblicitario, come dimostrano i tanti anni passati insieme al Torino calcio.
Poi, una volta trovati i soldi, e come abbiamo visto siamo ancora in alto mare, si dovrà trovare la persona adatta per spenderli al meglio, ruolo finora ricoperto da Ario Costa, ma anche per lui, vale lo stesso discorso fatto per Amadori, la meritocrazia deve avere il suo peso, e ringraziandolo per tutto quello che ha fatto per la Vuelle, in un periodo in cui nessuno voleva prendersene l’onere, ci sembra arrivato il momento di trovare un’altra persona da mettere al suo posto, con una duplice possibilità: la prima è di dare tutto in mano ad un presidente/sponsor, perché chi tira fuori i soldi, ha diritto di spenderli, ma di Zanetti non ce ne sono tanti in giro, purtroppo. La seconda è di trovare un’altra personalità di spicco, magari pescando dal glorioso passato della Vuelle, che prenda l’incarico, con passione e spirito d’iniziativa, ricordando che in quel caso, sarebbe uno stipendiato della VL.
Poi si dovrebbe anche costruire la squadra, e con otto italiani da mettere sotto contratto, non serve andare a Las Vegas, servirà un general manager esperto del mercato nostrano e di quello dell’A2 in particolare, e gente come Arrigoni o Alberani, tanto per fare due nomi di direttori sportivi liberi sul mercato, potrebbero ricoprire il ruolo, come e meglio del loro predecessore.
Rimarrebbero 10 giocatori a cui fare indossare la canotta della Vuelle, numero che potrebbe ridursi, se si firmassero già un paio di italiani attualmente sotto contratto, e per realismo, sappiamo già che Eboua, se non giocherà in Nba l’anno prossimo, finirà in qualche big, e il camerunense poi è di proprietà della Stella Azzurra Roma, discorso simile per Totè, che ormai è diventato un pivot da serie A, e difficilmente tornerebbe nella categoria inferiore, col rammarico di non aver creduto in lui la scorsa estate, quando i contratti pluriennali sono stati firmare a Perego, Thomas e Drell – sigh! – non considerando che i lunghi italiani in ogni caso, sono una merce rara.
Zanotti, per noi, rimane un lungo da serie A2, ma il ragazzo è ambizioso e crediamo voglia rimanere nei piani alti, rimangono così Miaschi e Mussini, che per l’A2 sarebbero perfetti, ma siete sicuri che gli attuali dirigenti, in questi giorni, abbiano parlato coi loro omologhi veneziani, per indurli a lasciarci in prestito Miaschi anche l’anno prossimo? O che con Mussini sia stato già intavolato il discorso, balenandogli l’idea di farlo diventare play titolare l’anno prossimo, confermandolo capitano? E soprattutto, a quale titolo, Costa e Cioppi possono parlare con giocatori e procuratori, se loro stessi non sono sicuri di dove saranno l’anno prossimo?
Per ultimo, rimarrebbe la scelta del coach, e anche qui, un mimino di meritocrazia dovrebbe esistere, e la conferma di Giancarlo Sacco passerà da come si finirà la stagione, speriamo nel modo più dignitoso possibile, altrimenti si dovrebbe cercare un allenatore esperto della categoria, con un buon rapporto con gli italiani, per averli allenati nelle nazionali under, e che già conosce Pesaro per averla allenata in passato, e se l’identikit vi ha portato al nome di Luca Dalmonte, non ci siete andati troppo lontano.
Insomma, per fare le cose per bene, bisogna farle nei tempi giusti, e procrastinare serve a poco, perché, allo stato attale delle cose, disputare la stagione 2020-21 in serie A2, è il massimo a cui può ambire la Vuelle, a meno di dare credito alle voci, di chi pensa che ci siano due-tre squadre non in grado di iscriversi per problemi economici alla prossima serie A, voci che circolano da mesi, ma che non hanno ancora trovato riscontro nella realtà.
Alla serie A2 ci si dovrà abituare, rendendola però un’occasione per fare piazza pulita del passato, affidando il compito di risalire a persone serie e competenti, e per affrontarla a meglio, ci affidiamo alle parole di Pietro Basciano, presidente della Lnp, lega che racchiude le società di serie A2, B e C, che in una esaustiva intervista rilasciata allo Stadio, ha dichiarato tra l’altro:” Una retrocessione può far parte di un percorso sportivo, senza la necessità di renderla un dramma, anzi la discesa in A2 è stata in più di un caso la salvezza, per via dei costi di gestione decisamente inferiori, cosa che ha consentito, nei casi virtuosi, di risanare, avere nuova stabilità, ottimizzare le risorse, tornare ad investire, E, sul piano sportivo, un record vincente che ha riacceso la passione ed i flussi di pubblico nei palasport, in un campionato molto equilibrato e divertente”.
Parole che sembrano calzare a pennello per Pesaro e i suoi tifosi, per riaccendere una passione rimasta latente negli ultimi otto anni, quelli dove i dirigenti attuali hanno passato più tempo a controllare il saldo del conto corrente, che i risultati sul campo. Bene, i conti dovrebbero essere in attivo, i risultati decisamente no, e per fare in modo che su entrambi i fattori, sia presente il più, si dovranno mischiare le carte in tavola, e pescare un paio di jolly dal mazzo, prima che lo stesso mazzo diventi troppo logoro da utilizzare, il tempo corre, la Vuelle non è più una ragazzina, dato che a settembre compirà 74 anni, e fare aspettare una signora, sarebbe da maleducati.”
PU24.IT
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