| Dai casi di positività dei ciclisti Bastianelli e Riccò, a quello che ha coinvolto il fiorettista Andrea Baldini, leader della classifica di Coppa del mondo e favorito per la conquista di una medaglia a Pechino: in poco più di due settimane sono state decapitate due delle squadre che avrebbero dovuto recitare un ruolo da protagonista nella rassegna a cinque cerchi.
Ma non solo lo sport italiano ha pagato dazio alla famigerata piaga del doping: anche nelle federazioni estere non sono mancati forfait legati alla positività di qualche atleta. Vediamo qualche caso, partendo da casa nostra.
Il 17 luglio l’agenzia antidoping francese annuncia che Riccardo Riccò è risultato positivo all’Epo di ultima generazione, durante un controllo nella quarta tappa, la crono di Cholet, dell’8 luglio. Il ct Ballerini lo cancella dalla squadra per Pechino, al suo posto Vincenzo Nibali.
Il 28 luglio la campionessa del mondo di ciclismo su strada, Marta Bastianelli, viene trovata positiva a un farmaco dimagrante, durante un controllo effettuato dall’Uci il 5 luglio, a Verbania, località che ospita gli Europei Under 23. L’atleta, che vive a Lariano, in provincia di Roma, sviene dopo avere appreso la notizia della positività: nel suo sangue vengono rilevate tracce di Benfluorex.
1 agosto, un altro positivo all’antidoping nella squadra azzurra per i Giochi: è il fiorettista Andrea Baldini, uno dei principali favoriti per la conquista del podio olimpico. Nelle sue urine vengono rilevate tracce di furosemide, una sostanza diuretica.
Azzurri a parte, fra i primi a dover rinunciare ai Giochi cinesi, lo sprinter americano Justin Gatlin che il 6 giugno scorso si è visto confermare dal Tas la sospensione per quattro anni: il campione del mondo dei 100 e 200 metri nel 2005 ha cominciato a scontare la sanzione il 25 luglio 2006.
Il 17 giugno, la Grecia è dimezzata a Pechino nel sollevamento pesi, dopo che la Federazione internazionale sospende per due anni undici atleti trovati positivi nel corso di alcuni test a sorpresa svolti ad aprile. Il numero dei partecipanti greci viene ridotto da otto a quattro.
27 giugno: uno dei dorsisti di punta della squadra di nuoto cinese, Ouyang Kunpeng, viene squalificato a vita dalla sua federazione dopo essere risultato positivo a un test antidoping eseguito il primo maggio.
Il 27 giugno undici atleti bulgari della Nazionale di sollevamento pesi vengono trovati positivi a un controllo antidoping. Nessuno di loro andrà ai Giochi, visto che la Bulgaria decide di ritirare l’intera squadra dei pesi.
2 luglio: la Cina squalifica a vita il lottatore Luo Meng, trovato positivo a uno steroide, il clenbuterolo.
8 luglio: il Comitato olimpico romeno esclude dalla squadra olimpica la mezzofondista Liliana Popescu, positiva alla prima analisi di un controllo antidoping il 29 maggio ad Algeri.
11 luglio: il velocista greco Dimitrios Regas annuncia di essere risultato positivo a uno steroide, il metiltrionelone, nel corso di un controllo al quale è stato sottoposto ai Campionati ellenici.
24 luglio: la nuotatrice statunitense Jessica Hardy, già qualificata a Pechino nei 50 sl, risulta positiva a una sostanza stimolante che non viene resa nota.
29 luglio: niente Olimpiadi per Julien Dunkley. Lo sprinter non farà parte della Nazionale giamaicana degli sprinter dopo essere stato trovato positivo ai Trials.
31 luglio: due atlete romene, Elena Antoci e Cristina Vasiloiu, vengono cancellate dalla lista olimpica del proprio Paese per un sospetto uso di sostanze dopanti, dopo che è stata rilevata un’eccessiva concentrazione di emoglobina nel sangue. Stessa sorte per otto russe, tra cui Yelena Soboleva, primatista mondiale dei 1500 indoor. -------------------------------------------------------------------------------------------------
Ma adesso anche per tirare di fioretto ti devi dopare? Tutti questi atleti dovrebbero essere radiati a vita. Hanno conseguito risultati e guadagnato soldi truffando lo Sport. E magari anche un pò di sana galera come un qualsiasi truffatore di strada, così a qualcun'altro gli passa la voglia.
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