la LADRiNTER colpisce ancora, bastaaaaa!!!

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view post Posted on 18/3/2009, 17:44     +1   -1
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Hall of Fame VL

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maleficissimo :D
 
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Crazy Lloyd
view post Posted on 19/3/2009, 14:10     +1   -1




certo che a un doriano penso che gli tiri il culo vedere il genoa 4° giudato da uno juventino DOC :D

pensa se entrano in champions :) :) :)
 
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view post Posted on 19/3/2009, 14:58     +1   -1
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non essendo di Genova, sono un doriano anomalo, il Genoa mi sta simpatico :)

mi tirerebbe il culo se la juve vincesse lo scudo, quello si.... :D
 
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BEDA
view post Posted on 19/3/2009, 15:23     +1   -1




CITAZIONE
certo che a un doriano penso che gli tiri il culo vedere il genoa 4° giudato da uno juventino DOC

:angry: :angry: :P :P

Tanto si sa già chi arriverà,o meglio,
faranno arrivare al quarto posto......
 
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zeta60
view post Posted on 19/3/2009, 16:16     +1   -1




CITAZIONE (BEDA @ 19/3/2009, 15:23)
CITAZIONE
certo che a un doriano penso che gli tiri il culo vedere il genoa 4° giudato da uno juventino DOC

:angry: :angry: :P :P

Tanto si sa già chi arriverà,o meglio,
faranno arrivare al quarto posto......

In caso contrario sembra che Preziosi abbia già la valigetta pronta... :B):
 
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BEDA
view post Posted on 19/3/2009, 17:00     +1   -1




CITAZIONE
In caso contrario sembra che Preziosi abbia già la valigetta pronta...

:lol: :lol: :lol:
Grande Zeta!!!!
La valigia sul letto prima di un lungo viaggio.... :P :P
 
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Crazy Lloyd
view post Posted on 19/3/2009, 18:45     +1   -1




oh comunque st'anno il genoa mi fa impazzire...sto guardando più partite dei grifoni che dela juve :D
 
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jaco GM
view post Posted on 31/3/2009, 15:23     +1   -1




CITAZIONE
GIANLUCA PAPARESTA: "CALCIOPOLI C'E' ANCORA"

Gli arbitri e i dirigenti coinvolti nello scandalo sono tornati a dettar legge. E la cupola del pallone non è mai scomparsa. La denuncia dell’ex fischietto Gianluca Paparesta

Il calcio italiano è un meraviglioso mondo di impunità, cooptazioni e intrecci clanici oggi come quattro o cinque anni fa. Dopo la breve fiammata di Moggiopoli, con annesse squalifiche e penalizzazioni, è tutto tornato serenamente come prima, con gli stessi arbitri e gli stessi dirigenti federali, demiurghi di un potere chiuso in se stesso e allergico alle regole.

A lanciare il sasso nello stagno della cupola restaurata è l’unico arbitro che al processo di Napoli sarà testimone d’accusa contro Moggi e i suoi amici, dopo essere stato prosciolto da ogni addebito, è Gianluca Paparesta, 39 anni, barese: l’uomo che fu verbalmente aggredito dallo stesso Moggi negli spogliatoi di Reggio Calabria e che, invece di negare tutto come hanno fatto i suoi colleghi, ha parlato e continua a parlare di “un sistema in grado di manipolare e stravolgere la realtà”, come scrive nelle pagine del suo blog (www.paparesta.com). Un sistema che oggi non lavora più a senso unico - come ai tempi in cui si favoriva solo Moggi e i suoi protetti - ma è finalizzato soprattutto a perpetuare se stesso e il suo potere, attraverso coperture reciproche e rapporti privilegiati con i club più potenti. Un sistema che passa attraverso nomi noti e personaggi sconosciuti, ma che in ogni caso non ammette alcuna voce contraria.

Prendete la Federcalcio, ad esempio. Pochi sanno che il potente braccio destro di Giancarlo Abete, appena rieletto presidente con una maggioranza bulgara (era l’unico candidato), è Antonello Valentini, che nell’agosto del 2004 parlava con Moggi al telefono dicendogli che nella Figc c’era bisogno di “gente funzionale al sistema”, perché sennò “ci buttiamo la merda in faccia da soli”, ottenendo ovviamente il pieno appoggio dell’allora boss juventino. Paparesta, senza far nomi, ha pubblicato sul suo sito il testo integrale di quella telefonata, per far capire che il sistema è ancora tutto lì. Una denuncia peraltro caduta nel silenzio più completo, con l’unica eccezione di Oliviero Beha al Tg3.

Ma basta un’attenta rilettura delle carte per capire a chi e a che cosa si riferisca Paparesta nel suo blog. Il sistema di cui parla infatti non comprende solo ignoti seppur importanti dirigenti. All’arbitro di Bari, probabilmente, non sarà sfuggito che mentre lui è stato di fatto licenziato pur dopo il pieno proscioglimento a Napoli, altri fischietti ed ex fischietti continuano a ricoprire ruoli fondamentali sebbene il loro coinvolgimento nelle vicende di Calciopoli sia stato parecchio maggiore, tanto da portarli in alcuni casi ad essere rinviati a giudizio dai magistrati napoletani.

E proprio rileggendo atti in buona parte già noti spiccano diverse curiosità su diversi personaggi che, a vario titolo, sono protagonisti anche di questo campionato. Come Roberto Rosetti, oggi arbitro top a cui vengono affidate le partite più importanti, i suoi colleghi Matteo Trefoloni e Paolo Dondarini, che pure continuano a dirigere incontri di serie A, oltre a Pierluigi Collina, che degli arbitri è il capo e il designatore.

Rosetti, ad esempio, è uno che non è mai stato neppure deferito sebbene in una conversazione registrata l’allora designatore Paolo Bergamo mostrasse gratitudine nei suoi confronti perché era stato “decisivo nel passaggio (dalla B alla A, ndr) della Fiorentina”, con riferimento a una contestatissima direzione di gara nello spareggio decisivo dei viola contro il Perugia, nel giugno del 2004. Lo stesso Rosetti è l’arbitro che secondo il guardalinee Narciso Pisacreta aveva ricevuto una strana telefonata per parlare di un fallo di mano nell’intervallo di una “pilotata” (così la definì l’ex numero due della Figc Innocenzo Mazzini) partita tra Lazio e Fiorentina, violando tutte le regole che proibiscono agli arbitri di parlare al cellulare con chiunque durante una partita. E sempre Rosetti è l’arbitro che, come emerge da un’altra intercettazione, aveva cenato dopo una partita con il figlio di Galliani, definito dallo stesso Rosetti “un ragazzo delizioso”. Oggi Rosetti è il rappresentante ufficiale degli arbitri in attività ed è stato inserito nella lista dei 38 preselezionati per i Mondiali in Sudafrica.

Così come continua a calpestare i campi di serie A il suo collega Paolo Dondarini, che è stato rinviato a giudizio nel processo di Napoli con l’accusa di frode sportiva per aver avvantaggiato la Juventus (in una partita contro la Sampdoria) e la Fiorentina (in un match decisivo per la salvezza contro il Chievo). Al termine della gara tra bianconeri e doriani, Dondarini ricevette la visita affettuosa di Luciano Moggi, che davanti a un caffè promise future designazioni per altre partite in trasferta dei bianconeri. Curioso che cinque anni dopo l’arbitro che ha ricevuto i ringraziamenti di Moggi sia ancora in attività, mentre quello che da Moggi si è preso gli insulti (Paparesta) sia stato licenziato. Lo stesso Dondarini è quello che in una conversazione tra l’allora presidente degli arbitri Tullio Lanese e il giornalista della ‘Gazzetta’ Antonello Capone veniva definito “killer”, nel senso che avrebbe eseguito l’ordine di far perdere i veronesi per garantire la salvezza dei viola (”Era normale, l’avevo detto io”, commentò in quell’occasione Lanese). Solo uno scherzo?

Se Dondarini dovrà rispondere ai magistrati di Napoli, nessuno domanderà invece alcunché a Matteo Trefoloni. Nel caotico marasma di Calciopoli, forse agli inquirenti sportivi (e non) è sfuggito il fatto che Trefoloni ha fornito di fatto quasi una confessione, rivelando ai carabinieri di Roma che “Bergamo e la Fazi (cioè il designatore di allora e la sua potente segretaria, ndr) svolgevano un’attività volta a determinare in noi arbitri una sudditanza psicologica che si traduceva poi, a seconda delle partite che si andava ad arbitrare, in una gestione delle stesse in linea con il volere dei citati”. Un atto di accusa e di autoaccusa senza mezzi termini. E più avanti lo stesso Trefoloni ha spiegato che la carriera di arbitro dipendeva da quanto si seguissero i “consigli” di Bergamo. Del resto, Trefoloni nella stagione 2004-2005 era riuscito ad ammonire (e quindi a far squalificare) tutti e tre i diffidati del Parma perché la settimana dopo gli emiliani dovevano incontrare la Juventus. E nella stagione successiva aveva ripetuto la stessa operazione cinque volte, impedendo a giocatori del Lecce, del Parma (due), della Lazio e del Palermo di scendere in campo la domenica successiva contro i bianconeri. Sempre Trefoloni è quello che la segretaria di Bergamo, Maria Grazia Fazi, spinge per una designazione “così incameriamo altri 5 mila euro”. La settimana scorsa Trefoloni, fresco reduce da una direzione in serie A, è andato a una riunione di giovani fischietti a Carrara per spiegare che “gli arbitri devono sempre trasmettere un messaggio di sicurezza e autorevolezza”: lui, che aveva mandato un falso certificato medico per evitare di arbitrare un Juventus-Roma che lo terrorizzava per le troppe pressioni subite.

In questo quadro non stupisce che a designare gli arbitri oggi sia quel Pierluigi Collina che, quando era un fischietto in attività, parlando con un consulente del Milan architettava un incontro segreto con Galliani, che doveva avvenire in un ristorante nel giorno di chiusura, perché nessuno potesse scoprirlo. Lo stesso Collina che non risulta aver sempre versato all’Associazione arbitri le quote dovute dei proventi delle sue sponsorizzazioni, un 10 per cento che, sommato per i vari marchi (da Opel a Diadora), fa un gruzzolo di parecchie migliaia di euro. E lo stesso Collina che, dopo aver garantito a Paparesta il reintegro a proscioglimento avvenuto, si è reso protagonista di un clamoroso voltafaccia, impedendogli di tornare in campo.

Paparesta non si dà per vinto e continua la sua battaglia con un ricorso dopo l’altro (l’ultimo al Tribunale nazionale di arbitrato per lo Sport). “Non racconto la verità a rate, ho già detto tutto quello che sapevo alla giustizia sportiva e ordinaria. Ora voglio solo capire il motivo di tanta disparità di trattamento e di tanto accanimento nei miei confronti”, dice. E non vuole credere che il suo sia un allontanamento dal sapore ‘educativo’, utile cioè a far capire ai fischietti in attività che non ci si deve mai mettere contro il sistema, al quale bisogna essere - appunto - funzionali.

Ma quella di Paparesta non sarà una battaglia facile, anche perché dall’altra parte a dirigere la musica c’è tale avvocato Mario Galavotti, consulente legale della Federcalcio su incarico di Abete. Un grande amico di Moggi, che nel settembre del 2004 è intervenuto per salvare il figlio (procuratore) di Lucianone da una squalifica, facendola tramutare in una piccola ammenda.

Alessandro Gilioli

 
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view post Posted on 31/3/2009, 15:35     +1   -1
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CHI NON LI HA MAI VISTI GIOCARE NON PUO' CAPIRE

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Oggi sono tutti onesti.Smettila di postare cazzate :)
 
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jaco GM
view post Posted on 31/3/2009, 19:26     +1   -1




chiedo scusa...per un attimo avevo dubitato...cancellate pure il post.
 
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459 replies since 21/12/2008, 07:12   4993 views
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