| Sir Charles Oakley |
| | Riporto l'articolo tradotto dal SEOK e postato su Basketforum: CITAZIONE | La morte e’ un mistero, che un giorno tutti risolveremo. La punto e’ “quanto saremo pronti al momento del grande incontro”. Alphonso Ford era pronto ad affrontare questa dura prova e quando due anni fa minacciava di lasciare il basket, forse aveva intuito la fine. Noi lo ricorderemo per sempre…
Dieci giorni fa ho trovato il coraggio di chiamare a casa sua. Alzo’ il telefono una signora (probabilmente una parente, la moglie trascorreva le notti in ospedale) e con voce tremante mi disse che le cose non stavano andando bene. In quel momento sono rabbrividito.
Avevo gia’ una brutta esperienza con la leucemia e con quanto spietata sia. La mia ragazza, Konstantina, aveva 20 anni, avevamo appena finito la scuola. Allora mi sono detto tra me e me… Al se ne va. Un cancro bastardo uccideva la fiera. Cosi’ semplicemente, senza spiegazioni.
E’ un peccato, amico, fuggire cosi’ da noi, che non possiamo salutarti. La mia tastiera e’ ora inondata di lacrime, perche’ abbiamo pianto molto sia io, sia Papamakarios, sia Kritikos, sia gli altri ragazzi. Anche i tuoi avversari, che hai trattato come marionette sul parquet, hanno pianto per te. Alcuni che talvolta avevano osato asserire che tu giocassi dopato, con i farmaci di cui facevi uso necessariamente.
Che sapessero che sette anni fa, all’eta’ di 26, avevi iniziato a perdere la battaglia? Che sapessero che il tuo problema con il tuo sangue era molto piu’ grave di una quarantina di punti o di un risultato amaro? Una vittoria o una sconfitta. Ora lo hanno scoperto e chiedono perdono a Dio. Lo hanno imparato e lo abbiamo imparato tutti. Il problema era grave, talmente incredibile anche se la voce circolava.
Tu sapevi pero’, avevi percepito la fine e alcune precise cose che avevi rabbiosamente detto ora si sono rivelate come profezia, Diavolo! Sapevi che ti attendeva il destino e semplice aspettavi il momento in cui la Morte ti avrebbe chiamato a se’, per guadare insieme il fiume.
”Non giochero’ piu’ a basket. Via, fine, questo e’ tutto. Mi ritiro!” mi avevi confessato l’inverno 2002, prima di una partita tra Panathinaikos e Siena all’Holiday Inn. “Assolutamente no”, dissi io, ma continuavi ripetendo che alla fine della stagione avresti appeso le scarpe al chiodo, per dedicarti alla pesca nel Mississippi, la tua terra. Lontano dall’angoscia delle partite, lontano dalla pressione che condizionava gli altri, ma mai te. Volevi staccarti da tutto, “to stay away from shit”, come dicesti allora, ma solo tu potevi conoscere il tuo destino.
La tua follia per il basket era piu’ forte e successivamente due mesi dopo firmasti per la Scavolini, nonostante allora tu volessi fortemente giocare nel Panathinaikos, giocare con Obradovic, mi dicesti al telefono. Questa e’ una verita’, che mai e’ divenuta realta’. Per la meta’ dei soldi saresti rientrato ad Atene e io so cosa significava per te il denaro.
NIENTE! A lettere maiuscole. Come lo leggete! NIENTE! Ricevette 1.200.000 euro da Siena, piu’ o meno lo stesso dalla Scavolini, forse un po’ meno. “E quindi? Sappi che nel Mississippi non so che fare di questi soldi. La casa piu’ costosa costa 200mila dollari, e non parliamo di una casa semplice, ma di una villa. Per quello che riguarda la macchina? Ho preferito una Escalade e non la Mercedes 600 che sognavo. Perche’ se circolassi per strada con una simile macchina mi prenderebbero per un pappone o un mafioso. Qui dove mi trovo, tutti questi soldi non servono” mi aveva confessato, e mi fece pensare.
Ma la vita e’ ingiusta. E’ caduto il ragazzo migliore. I punti, le statistiche che i record personali non sono sufficienti a descrivere il carisma del suo carattere. Non possono descriverlo come persona. Perche’ pochi conoscevano Al. Non lasciava nessuno fuori dalla porta di casa. Non e’ un caso che molti suoi compagni adoravano la persona e non l’atleta Ford.
Il suo grande amore era il Peristeri e i suoi amici lo hanno vissuto. Anche in altre squadre aveva avuto amicizie, ma al Peristeri avrebbe giocato anche gratis. Al Papagou e allo Sporting divenne semplicemente conosciuto, onorando il contratto fino all’ultimo centesimo del contratto. All’Olympiakos sognava di giocare, ma se ne e’ se e’ andato ferito dalla nota storia con Subotic. In Italia ha trascorso due stagioni serene, adorato sia a Siena sia a Pesaro. Dall’alto, dove ora si trova ora, si ricordera’ con piu’ cuore del Peristeri, di Papamakarios, Pelekanos, Tsartsaris, Kritikos, di coach Pedoulakis, il suo secondo padre, come lo chiamava.
Dicevamo che i 1.200.000 euro della Montepaschi non significavano niente. Semplicemente, deve essere ammirato anche da altri tifosi. E lo ricordino come uno degli scorer piu’ carismatici, quello che se voleva segnarti un canestro, te lo segnava, senza innervosirsi e sempre con il sorriso del killer. Solo con Radja arrivo’ alle mani, perche’ il croato colpi’ Pelekanos in una partita tra Olympiakos e Peristeri, e Pelekanos era il suo pulcino. Molto difficilmente poteva succedere qualcosa o qualcuno poteva farlo uscire di testa. O lo mettesse KO, almeno senza combattere.
Solo un avversario ce l’ha fatta. La morte non fa eccezione. Punisce persone sbagliate, quelle che non hanno colpa di niente. Quelli che non hanno mai fatto niente di male, anzi, combattono perche’ la loro famiglia possa condurre una vita serena. Lavorando duramente, avendo sempre la parola giusta sulle labbra.
Amico, te ne sei andato da noi a 33 anni. Lo dicevi e lo hai fatto. Hai lasciato i parquet, ma non lascerai mai i nostri cuori. Sarai sempre il solo e unico Al. L’amico, il “campione”, anche se non hai mai vinto un campionato. I titoli che hai vinto, pero’, da tutti noi rimangono e valgono di piu’. Buon Viaggio, e al prossimo incontro. “Later”, come dicevi sempre. Stai bene amico, e abbi cura di te, ovunque tu sia. Ti ringraziamo di tutto…
(Kostas Sotiriou, giornalista di “To Vima” e amico di Alphonso Ford) |
Saluti SCO
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