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La Coop: «Il giocatore deve assumersi la responsabilità della rottura»
- Il Piccolo -
11/11/2003 08:25 - Divorzio a sorpresa tra la Coop Nordest e Milan Goljovic. L’ala serba con passaporto sloveno ha giocato domenica contro la Skipper la sua ultima partita con la maglia di Trieste. Un addio che rappresenta un fulmine a ciel sereno per la Coop che aveva puntato molto sulle sue qualità tecniche e umane e che adesso si trova costretta a rivoluzionare il progetto studiato e costruito nel corso dell’estate. Un compito ancor più gravoso se si considera il ruolo di extracomunitario del giocatore, che costringerà la società a bruciare sul mercato l’ultimo visto a sua disposizione. I RETROSCENA Arrivato in estate reduce dall’esperienza triennale con l’Ulker Istanbul, Goljovic individua nella Pallacanestro Trieste la società in grado di rilanciarlo a livello europeo dopo due stagioni mediocri. In Turchia non riesce a emergere in una squadra costruita per dare l’assalto all’Eurolega e dunque allestita con una rosa di prim’ordine. Goljovic gioca pochi minuti e, nel corso delle partite, tocca ancora meno palloni. La sua voglia di tornare protagonista lo spinge così ad accettare le lusinghe di Cesare Pancotto e a vestire la maglia di Trieste. L’INSERIMENTO Arrivato con la fama di grande tiratore, Goljovic fatica a trovare la sua dimensione all’interno della squadra. Le sue qualità non emergono e nel precampionato, in più di un’occasione, si sollevano dubbi sul suo rendimento. Rendimento che, però, migliora con l’inizio del campionato. Goljovic gioca una buona gara a Biella quindi esplode in casa contro Roma risultando uno dei protagonisti della vittoria contro la Lottomatica. LA SCELTA Con il passare delle settimane, però, Goljovic dimostra una crescente insoddisfazione. A Trieste non si sente felice, manifesta il suo disagio a stare nella squadra adducendo motivazioni personali ma anche tecniche legate al cattivo rapporto in campo con gli americani. In più, confessa alla società di non aver trovato la squadra del livello che si attendeva. Parla sempre più frequentemente con Pancotto, il vice Steffè e con i dirigenti chiedendo in ogni occasione la possibilità di rescindere il contratto. La società cerca di convincerlo a restare, lo staff prova a coinvolgerlo nella vita della città e della squadra ma senza gli effetti sperati. L’epilogo della vicenda si consuma domenica nel dopogara contro la Skipper Bologna. Il procuratore del giocatore, Maurizio Balducci, si incontra negli spogliatoi del PalaTrieste con Cosolini, Fogazzaro, De Palo e Tosolini e conferma l’assoluta volontà del giocatore di interrompere il suo rapporto con Trieste. LA REAZIONE DELLA SOCIETÀ Difronte alla decisione di Goljovic, la società triestina si interroga. Ci sarebbe la possibilità di obbligare il giocatore a restare, ma tenerlo contro la sua volontà potrebbe rivelarsi controproducente. Così, d’accordo con lo staff tecnico, la Pallacanestro Trieste decide di dare il via libera al giocatore. «Abbiamo valutato la scelta migliore – la posizione ufficiale della società – costringendo il giocatore ad assumersi la responsabilità unilaterale della rottura dell’accordo. Non essendo la Pallacanestro Trieste un supermarket dal quale si può entrare e uscire a piacimento, abbiamo fissato una penale legata alla rescissione del contratto». Una penale fissata in 40 mila dollari che, sommando quanto risparmiato sul contratto, porta la cifra totale a disposizione attorno ai 150 mila dollari. LE STRATEGIE Il dopo Goljovic è cominciato immediatamente dopo la fine dell’incontro tra la società e il procuratore del giocatore. Roberto Cosolini e Maurizio Tosolini si sono intrattenuti a lungo con il general manager della Skipper Bologna, Zoran Savic, chiedendo alla Fortitudo il prestito del giovane Mancinelli. Savic ha ascoltato con pazienza, ha espresso gradimento per il lavoro svolto dalla Coop Nordest e dal suo tecnico Cesare Pancotto ma ha gentilmente declinato la proposta sottolineando come Repesa abbia posto un secco veto dichiarando il giocatore incedibile. LE ALTERNATIVE Allarmato dai capricci di Goljovic, Pancotto aveva già cominciato a sondare il mercato da qualche giorno. Trieste, dunque, non affronta la situazione del tutto impreparata, anche se la scelta dovrà essere attentamente ponderata. La grande preoccupazione della società, in questo momento, è quella di dover utilizzare già a novembre l’ultimo visto per gli extracomunitari. Una questione che la Pallacanestro Trieste sta valutando attentamente con una ricerca a 360 gradi che non esclude il poco pescoso mare dei comunitari e degli italiani. Il ruolo è ovviamente lo stesso di Goljovic: un’ala piccola in grado di giocare anche sotto canestro. E viste le difficoltà che la Coop Nordest ha palesato a rimbalzo in questa prima parte del campionato, un giocatore che abbia maggiori capacità a giocare anche da «4». L’EMERGENZA Nel frattempo, Cesare Pancotto, dovrà rassegnarsi a gestire l’ennesima settimana all’insegna dell’emergenza nei sei giorni che porteranno alla difficile trasferta di Cantù, dove domenica alle 18.15, la Coop Nordest affronterà l’Oregon di Pino Sacripanti. Il tecnico triestino dovrà lavorare a ranghi ridotti considerando che, oltre a Goljovic, sarà anche Daniele Cavaliero, bloccato da una lussazione al pollice della mano sinistra. Il giovane play, infortunatosi nel corso della gara di domenica contro la Skipper, verrà sottoposto nei prossimi giorni a esami più approfonditi dall’esito dei quali sarà possibile stilare una diagnosi. C’è cauto ottimismo, comunque, in casa Coop dove la speranza è quella di recuperare Daniele a tempo di record per consentirgli di tornare in campo già domenica contro Cantù. Lorenzo Gatto
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